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  • Sony Annuncia la Playstation 4 Pro

    Sony Annuncia la Playstation 4 Pro

    sony-annuncia-playstation-4-proEra già dallo scorso anno che si vociferava della possibilità da parte del colosso giapponese della tecnologia e dell’entertainment Sony, di accontentare un buona fetta di videogiocatori affezionati alla loro storica console, ovvero la Playstation.
    La Playstation 4 uscita ormai tempo fa è un ottimo sistema di intrattenimento che oltre a far divertire i giocatori con titoli di tutto rispetto è una vera e propria stazione per l’entertainment, ma già da un po’ si sentiva il bisogno di un upgrade..

    La Playstation 4 Pro, abbreviata anche semplicemente come PS4 Pro, è la risposta alle necessità così sentite da amanti della tecnologia e dai giocatori più incalliti.
    Essendo una console, la Playstation 4 necessita di un televisore a cui essere collegata e chi era in possesso di una bella TV 4K, anche nota come Ultra HD, non poteva sfruttare a pieno questa risoluzione.
    La sua uscita è prevista per il 10 Novembre 2016.

    Con la Playstation 4 Pro, Sony da’ modo a chi la acquisterà di poter avere una esperienza di gioco nettamente superiore a livello visivo e di gameplay rispetta alla sua ‘normale’ precedente versione.
    Se pensate che il supporto alla risoluzione 4K sia l’unica feature della PS4 Pro vi sbagliate di grosso.

    PlayStation 4 Pro – Scheda Tecnica

    Per darvi un’idea di quella che vi aspetta condividiamo qui di seguito la scheda tecnica della nuova PlayStation 4:
    – GPU AMD Radeon da 4.20 TFOLPS
    – Processore AMD Jaguar octa-core 2.1 Ghz
    – 8GB di Ram DDR5
    – 3 porte USB 3.1, aux, HDMI, ottica
    – Connettività ethernet, Wi-Fi 802.11 e Bluetooth 4.0
    – Memoria interna da 1 TB

    Questi dati presi dalla scheda tecnica tradotti in termini più semplici stanno a significare che la nuova Playstation 4 Pro avrà un’unità di elaborazione grafica più potente di quella della normale PS4 del doppio, ed al cuore un processore dalle prestazioni superiori di ben il 30%.

    Il 4K ‘Upscalato’

    È importante precisare che chi vuole acquistare la nuova Playstation 4 Pro non dovrà necessariamente fornirsi di un televisore 4K!
    Sì, avete capito bene..

    La nuova PS4 Pro non solo infatti supporterà il 4K del vostro televisore, ma migliorerà graficamente ed in modo automatico i giochi che vi gireranno anche per voi che avete una TV a 1080p, ovvero con risoluzione Full HD.
    Questo sistema di up-scaling ‘ingrandisce’ immagini di risoluzione inferiore a 4K e le rende così più dettagliate e dai colori più vivi, senza contare anche la maggiore fluidità.

    Le Novità streaming e VR

    Se la migliore renderizzazione e framerate dei vostri giochi e contenuti video non è abbastanza, allora a convincervi sarà anche lo streaming di contenuti video ed audio ed il supporto al nuovo sistema di realtà virtuale in uscita ad Ottobre semplicemente noto come Playstation VR.
    Fra le applicazioni utilizzabili per la visione dei tuoi film e serie tv preferite, sono supportate Infinity, Sky Online, MUBI, Playstation Live e molte altre app ancora fra cui quella di Netflix, che potrete sfruttare senza alcuna pubblicità e disdire quando volete nel caso ne siate insoddisfatti.

    Playstation 4 Pro – Il Prezzo

    Ok. La PS4 Pro è senza dubbio migliore della precedente PS4 e della sua riedizione, ma quanto costa di più?
    La differenza di prezzo che dovrete pagare qui in Europa è di 100€; una differenza non esorbitante a nostro avviso, visti i vantaggi offerti da questa nuova console di videogiochi.
    Il prezzo all’uscita il 10 Novembre 2016 sarà quindi di 399€ contro i 299€ della riedizione della PS4 classica.
    A voi la scelta!

  • Installare APK su Smart TV

    Installare APK su Smart TV

    installare-apk-su-smart-tvLe Smart TV sono entrate di prepotenza nelle case di molti di noi per via, non solo della loro qualità d’immagine e quindi per le ottime esperienze visive che riescono a regalarci, ma anche per le loro eccezionali capacità web.
    A rendere infatti un televisore ‘smart’ è proprio la capacità di utilizzare la connessione ad internet per sfruttare altre applicazioni, in parole povere la vostra tv diventa un’altra postazione da cui potrete navigare il web.
    Una gran comodità!

    Ogni Smart TV che si rispetti è collegata al suo store di applicazioni, facilmente installabili nella memoria interna dell’apparecchio.
    Tuttavia le limitazioni dei sistemi operativi delle Smart TV, la cui stragrande maggioranza è di tipo Android o comunque su base Linux, rende piuttosto scarsa la scelta di app da poter sfruttare sul nostro apparecchio televisivo.

    Molti utenti quindi si sono chiesti se esiste la possibilità di installare delle apk su Smart TV.
    Che cos’è un apk? Si tratta di un formato file in cui vengono ‘impacchettati’ dei software che girano su Android (APK=Android Package) che poi possono essere installati manualmente.
    Quella del caricamento manuale e dell’installazione dei file apk sui dispositivi Android è una procedura piuttosto comune, soprattutto per smartphone e tablet, ma purtroppo più complicata per le Smart TV.

    Innanzitutto c’è da sottolineare che se la vostra Smart TV è di tipo Linux-based i file Apk non verranno addirittura riconosciuti in quanto non supportati in quel ‘ambiente’, mentre se avete una Android TV installare dei tool (come Developer Tools o Terminal Emulator) che permettono di modificare i filtraggi di Google Play (o Smart Hub che dir si voglia) potrebbe comportare futuri malfunzionamenti dell’apparecchio e oltretutto fanno perdere di qualunque validità la vostra garanzia, quindi occhio a ciò che fate!

    Per poter installare delle apk su Smart TV bisogna andare a modificare i privilegi di amministrazione con procedure abbastanza complesse (come quelle indicate nell’articolo di DDay sulle TV Philips) che però, oltre ad aver i rischi sopracitati, potrebbero non essere più valide.
    Molte delle nuove Smart TV infatti hanno software e sistemi operativi sempre più blindati, proprio per evitare queste forzature degli utenti, e che non permettono di modificare l’impostazione riguardante l’installazione da fonti sconosciute, ovvero quelle all’infuori degli store ufficiali come Google Play.

    Per domande e dubbi vi preghiamo di lasciare scritto qui sotto nella nostra sezione commenti al riguardo.

  • Servizi Cloud Gratis – Google Drive, Dropbox, iCloud o OneDrive?

    Servizi Cloud Gratis – Google Drive, Dropbox, iCloud o OneDrive?

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    Accessibile da ogni parte del mondo e, nella maggior parte dei casi, gratuito, il Cloud Storage rappresenta un servizio di particolare importanza per chi ha bisogno di archiviare i propri file.
    Dai dati di lavoro a file personali, è sempre importante avere copie di sicurezza per evitare di perdere tutto nel caso di un problema al Pc come guasti tecnici o attacchi di virus e malware.
    Il Cloud Storage ci viene in aiuto poiché consente di salvare i propri documenti su uno spazio virtuale sicuro e accessibile in ogni momento della giornata, offrendo ottime garanzie in termini di sicurezza sia che non vadano persi che da eventuali attacchi di hacker.
    In questo modo, inoltre, non sarà più necessario utilizzare Pen Drive o altri strumenti di archiviazione per il ‘trasporto’ di immagini, video, documenti da un computer all’altro in quanto saranno sincronizzati automaticamente grazie al programma.

    Sono diversi i servizi di Cloud storage esistenti: si differenziano solitamente in base alla quantità di spazio che offrono per lo storage dei file e alla tariffa applicata o alla gratuità del servizio stesso.
    Cerchiamo dunque di capire quali sono i servizi di cloud storage migliori e in cosa si differenziano tra loro, iniziando da uno dei pù conosciuti, Google Drive.

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    Nato nel 2012, è stato presentato dall’azienda di Mountain View come un posto in cui “poter creare, condividere, collaborare e conservare tutte le tue cose“.
    Il diretto concorrente di Dropbox e OneDrive (ex SkyDrive) offre infatti ampio spazio a disposizione per gli utenti ma anche una serie di funzionalità integrative che hanno portato all’assorbimento in Google Drive, di Google Documenti.
    File come video, immagini e documenti possono dunque non solo essere archiviati ma anche modificati, condivisi o semplicemente visualizzati, oltre che sincronizzati a distanza su Computer fissi, portatili, smartpone e tablet.

    L’offerta gratuita del servizio prevede 15 Gb di spazio d’archivio ed in abbinamento vi sono una serie di offerte a pagamento con tariffe differenziate in base alla capacità di archivio:
    – 1,99 dollari al mese per 100 Gb di stoccaggio totale;
    – 9,99 dollari al mese per 1 Tb;
    – 99,99 dollari mensili per 10 Tb;
    – 199,99 dollari al mese per 20 Tb e
    – 299,99 dollari al mese per 30 Tb.

    Google Drive è facile da installate sul computer e ad installazione completata è possibile scegliere le cartelle presenti nel proprio hard disk che si vuole sincronizzare con il servizio online di Google Drive; si può inoltre scegliere se avviare il programma in automatico ogni volta che si accende il computer in maniera tale che i file vengano sincronizzati automaticamente e dunque trasferiti sullo spazio di archiviazione virtuale.

    Per smartphone e tablet è invece disponibile la relativa app che ha le medesime funzioni del programma per Pc ed è facilmente scaricabile dal sito ufficiale di Google Drive, per poi creare il proprio account Google o accedervi.
    E’ disponibile anche una versione web, facilmente accessibile via browser e caratterizzata da un’interfaccia semplice ed intuitiva.

    Google Drive consente di catalogare file con ricerche tramite tipo di file, tag o proprietario, oltre ad essere dotato di una tecnologia di “riconoscimento ottico dei caratteri” nota come Ocr.
    Rende le foto caricate sull’archivio online disponibili istantaneamente su Google+ permettendo così agli utenti di condividerle, direttamente da Google Drive, nelle loro cerchie, e di consultare oltre 30 diversi tipi di file anche direttamente sul browser.
    Grazie all’integrazione con Google Documenti consente di creare presentazioni, fogli di calcolo ed altre tipologie di documenti permettendo a più persone di operare ed effettuare modifiche sul medesimo file, dal momento che gli altri utenti le vedranno in tempo reale.

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    Considerato uno dei più importanti fornitori di archiviazione online per uso personale o aziendale, Dropbox offre 2 Gb di spazio gratuito e vanta un software di facile utilizzo, scaricabile dal relativo sito web per iniziare subito a salvare i propri file online.
    Si differenzia da Google Drive per la minore disponibilità di spazio gratuito e per l’assenza del backup online automatico, rivelandosi dunque indicato in particolare per chi non ha bisogno di molto spazio di archiviazione online.

    Il suo principale vantaggio è la compatibilità con tutti i sistemi operativi, da Windows a Linux e Mac rendendolo vantaggioso per chi, ad esempio, utilizza un portatile con sistema operativo Windows ed un iPhone o tablet Apple, permettendo di sincronizzare i file tra un dispositivo e l’altro.
    L’iscrizione e la creazione dell’account è gratuita ed una volta completata sarà possibile iniziare a salvare foto, video e documenti nel proprio spazio di 2 Gb, ampliabile fino a 15 Gb invitando amici ad iscriversi al servizio di cloud storage.

    Tra le sue caratteristiche principali, oltre alla compatibilità, troviamo anche la disponibilità dell’app per Android, iPhone e BlackBerry e la sincronizzazione automatica ogni volta che si accede ad internet o, in alternativa, manuale.
    Lo scambio di file tra un utente e l’altro avviene attraverso un link pubblico, inviabile anche a chi non è iscritto a Dropbox: la sicurezza è garantita grazie alla cifratura Ssl che impedisce accessi ai file indesiderati, rendendoli illeggibili a chi non ha una chiave per decifrarli anche accedendo al server Dropbox.

    Per quanto riguarda le tariffe, per chi vuole avere più spazio a disposizione, vi sono tre pacchetti:
    – 100 Gb a 7 euro al mese,
    – 200 Gb a 14 euro mensili e
    – 500 Gb ad un costo di 35 euro al mese.

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    Attivo dal 2011, iCloud è un altro interessante servizio di archiviazione di dati sul web e di sincronizzazione tra dispositivi differenti, dai computer Mac e Pc ai dispositivi mobili Apple come iPad, iPhone e iPod touch, oltre ad essere utilizzabile sull’apposita pagina web ufficiale, effettuando il login.
    Tutto è costruito attorno ad uno specifico Apple Id attraverso il quale accedere alle varie funzionalità di iCloud che mette a disposizione uno spazio di archiviazione gratuito di 5 Gb, ampliabili a 50 ad un costo di 0,99 euro al mese, 200 a 2,99 euro mensili oppure 1 Tb a 9,99 euro al mese.

    Certamente si tratta della soluzione ad hoc per chi utilizza solamente dispositivi Apple: tra le sue caratteristiche vi sono la sincronizzazione di mail, contatti, promemoria, note e calendario oltre che dei file caricati sullo spazio virtuale; inoltre offre il backup, i preferiti, il portachiavi via Safari, la condivisione di foto e Apple Music, la compatibilità con Pages, Keynote, Numbers e con i file di iCloud Drive.
    L’unico svantaggio, oltre allo spazio gratuito non particolarmente capiente, è il fatto che non esista una versione di iCloud per Android, Windows Phone o per altre piattaforme e che non sia possibile sincronizzare i file tra dispositivi Apple ed altri smartphone, tablet o Pc.

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    L’alternativa, per gli utenti con account Microsoft Hotmail, Live, Msn, Outlook e Xbox Live è invece OneDrive, che offre a tutti gli utenti o alle aziende uno spazio storage gratuito di 15 Gb ed una serie di alternative a pagamento differenziate: per il privato si può scegliere tra 100 Gb a 1,99 euro al mese o 200 Gb a 3,99 euro mensili mentre per le aziende i piani sono 2,5 al mese per 1 Tb (per ogni utente con almeno 12 mesi di contratto), oppure 5 euro al mese per la stessa quantità di spazio ed un’aggiunta di 0,20 euro per ogni Gb acquistato.

    Il lancio del servizio di cloud storage di Microsoft è avvenuto nel febbraio 2014, come evoluzione del precedente SkyDrive, con l’aggiunta di una serie di caratteristiche interessanti: ciò che lo differenzia dagli altri servizi di archiviazione online, che copiano sul Cloud tutti i file, OneDrive sincronizza una sola cartella all’interno della quale sono inseriti foto, documenti e video, per accedervi da qualsiasi dispositivo in qualunque momento.

    Il servizio, integrato a partire da Windows 8.1 è uno strumento addizionale offerto gratuitamente a tutti gli account Microsoft e tra le sue caratteristiche troviamo: la possibilità di sincronizzare impostazioni e applicazioni su tutti i prodotti Microsoft e sui relativi dispositivi con Windows Phone: quando un file viene inserito nella cartella OneDrive, apparirà su tutti i dispositivi provvisti di OneDrive, senza nulla togliere che è possibile anche condividere con altri utenti intere cartelle.

    Non offre backup automatici mentre la sincronizzazione da un Pc all’altro avviene automaticamente.
    Utilizzando la relativa app integrata nel servizio di cloud storage ogni utente può, non solo caricare e scaricare documenti ed altri file ma anche visualizzarli online e modificarli in tempo reale, funzione che rende OneDrive molto utile per chi deve lavorare in gruppo ma a distanza; foto e video, in particolare, sono visibili sul browser in slideshow ed è possibile condividerle e taggare altri utenti, compreso chi non è provvisto di account Microsoft OneDrive.

  • DVB-T2 – Il Digitale Terrestre che Cambia le Carte in Tavola

    DVB-T2 – Il Digitale Terrestre che Cambia le Carte in Tavola

    dvb-t2-digitale-terrestre-2La TV, come qualsiasi altro elettrodomestico, ha una sua evoluzione, che comprende una serie di caratteristiche, compreso il segnale che può elaborare e il formato di immagini che può permettere di visualizzare.
    Il Decreto Mille Proroghe del Governo Italiano ha cercato di adeguare il sistema televisivo italiano a quello degli altri paesi europei, anche se in questa materia i problemi sono molteplici. In Europa esiste già un organo sovranazionale, chiamato ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni), che organizza le tipologie di segnale disponibili, i formati video da utilizzare, i codec per le Tv e i broadcast.

    Chiaramente ogni paese europeo ha le sue esigenze e in questo l’Italia è ancora molto indietro: nella gran parte dei paesi vicini sono disponibili da molti anni segnali TV via cavo, che permettono di abolire le antenne e rendere molto più gradevoli gli skyline delle città.
    In Italia invece siamo ancora abbastanza arretrati e, nonostante questo, il governo ha deciso di recepire totalmente le direttive dell’ITU nel corso dei prossimi anni, spingendo i produttori di televisori, i possessori di canali televisivi e anche i consumatori a fare altrettanto.

    Le direttive del Governo italiano

    Le direttive del Governo italiano fanno un po’ paura ai consumatori, soprattutto per chi si ricorda lo switch off degli anni passati, quando si passò in massa al digitale terrestre: moltissime persone furono costrette ad acquistare una nuova TV o un decoder da affiancare all’elettrodomestico in possesso.

    Fortunatamente i decoder per il digitale terrestre non sono molto costosi, anche se per molte persone anche l’esborso di poche decine di euro può rappresentare una spesa significativa.
    Se poi questa spesa è praticamente obbligatoria, chiaramente la sensazione di essere sottoposti ad una sorta di tassa è ancora più elevata.
    Il Decreto Mille Proroghe ha spostato al 1 Luglio 2016 l’obbligo per i produttori e per i rivenditori di rendere disponibili decoder ed apparecchi televisivi in grado di utilizzare i nuovi codec e formati decisi dall’ITU.

    Dal 1 Gennaio 2017 poi i nuovi formati diventeranno gli unici presenti sulle tv e sui decoder commerciabili.
    Questo significa che tutti i cittadini italiani dovranno subito cambiare il decoder, pena il non riuscire a vedere le trasmissioni televisive?

    Questa è la paura di molti consumatori del nostro paese, che in realtà non è effettivamente motivata; certo un secondo switch off ci sarà: dovremo migrare tutti verso un nuovo standard televisivo, ma questo avverrà con molta calma, solo verso il 2020-2022.
    Avremo quindi tutto il tempo necessario per trovare il modo di adeguare il nostro impianto alla ricezione del nuovo standard, anche perché per ora la legge riguarda esclusivamente i negozianti di televisori, non il broadcast: stiamo quindi parlando solo di apparecchiature riceventi e non di trasmissioni.

    Il nuovo standard

    Lo standard stabilito dall’ITU è il DVB-T2, con codec HEVC H.265.
    I televisori ed i decoder che oggi possono visualizzare il vecchio standard (quello utilizzato oggi in Italia), ovvero DVB-T, non sono in grado di leggere anche il nuovo segnale video, a parte alcuni prodotti di fascia medio alta, venduti ancora oggi a prezzi decisamente alti.
    Questo perché si tratta di una tecnologia completamente diversa, che necessita di una CPU molto più potente rispetto a quella dei classici decoder da poche decine di euro disponibili in molti negozi e centri commerciali.

    Al contrario, i decoder ed i televisori con il nuovo DVB-T2 saranno in grado di decodificare anche il vecchio segnale, restando compatibili quindi con il sistema precedente.
    Il decreto legislativo italiano obbliga i rivenditori ed i produttori di televisori e decoder a montare sui nuovi dispositivi i nuovi chip, che permetteranno di vedere i programmi in DVB-T2, ma non parla in alcun modo dei canali televisivi: il broadcast quindi non dovrà seguire alcuna direttiva, potendo continuare ad emettere programmi televisivi con il vecchio standard.
    Per altro la nuova tecnologia ed il codec HEVC H.265 sono abbastanza nuovi e moltissimi canali televisivi non sono in grado di produrre materiale con il nuovo standard, solo alcuni hanno potuto fare alcuni test, ma si sta parlando di progetti in itinere, non di una realtà assodata.

    La paura degli italiani

    Il timore che dall’oggi al domani diventi impossibile guardare i classici canali TV in chiaro per la gran parte dei telespettatori è totalmente infondata, anche perché se i produttori saranno costretti a modificare lo standard degli elettrodomestici, per ora non sono costretti a farlo anche coloro che immettono nell’etere i programmi TV.

    Quindi la stragrande maggioranza dei telespettatori possono stare tranquilli ancora per qualche anno.
    Non sono ancora stati fatti annunci di alcun tipo per quanto riguarda un probabile switch off e quindi per ora il cambio di tecnologia sembra possa avvenire in modo soft, con la progressiva sostituzione delle apparecchiature obsolete in favore di quelle nuove, dotate dei nuovi codec e in grado di elaborare anche il segnale TV di nuova generazione, pronte per quando anche il broadcast recepirà il cambiamento, cosa che per ora non sembra dietro l’angolo, e che anzi probabilmente avverrà nell’arco di alcuni anni.

    Come si passerà da un sistema all’altro

    Il nuovo standard televisivo è impossibile da leggere da parte delle vecchie TV e dei vecchi decoder.
    Per adeguare un televisore allo standard DVB-T2 occorre una sostituzione hardware, non è possibile effettuare l’adeguamento modificando semplicemente il software.
    Questo perché la nuova tecnologia necessità di processori più veloci, maggiore memoria interna e così via.

    La modifica potrebbe avvenire in modo indolore solo per coloro che recepiscono il segnale televisivo attraverso le consolle di gioco, come X-Box One o PS4: per questo dispositivi, già oggi sufficientemente potenti, sarà possibile effettuare un rapido adeguamento software, tramite connessione online, in modo da rendere disponibili i nuovi codec.

    Per quanto riguarda i vecchi decoder invece sarà necessario sostituirli completamente, lo stesso dicasi per le vecchie tv dotate di decoder, che necessiteranno di un decoder esterno di nuova generazione.
    Alcuni prodotti di fascia alta sono invece già pronti per l’adeguamento, alcuni hanno già la possibilità di supportare i nuovi codec, altri invece sono strutturati in modo da poter sostituire il decoder interno con uno nuovo.
    Per quanto riguarda tutti coloro che guardano la TV con il PC, chiaramente la ricezione dei canali TV potrà venire adeguata semplicemente modificando il browser, cosa che avverrà in modo del tutto indolore.

    Le novità del nuovo standard

    Molti consumatori si chiederanno: ma perché stiamo migrando verso un nuovo standard televisivo? Come avviene sempre con la tecnologia, nuovo equivale anche a migliore.
    Rispetto al vecchio standard televisivo il DVB-T2 offre grandissime potenzialità.

    Prima di tutto il numero di canali trasmissibili si moltiplica in modo vertiginoso, inoltre la qualità video migliora in modo molto evidente, con la possibilità di avere moltissimi segnali in formato HD e programmi con una qualità grafica impensabile oggi.
    Quindi si cambia verso il meglio, in modo da rendere le trasmissioni televisive ancora più pulite, visivamente gradevoli, di ottima qualità.

    L’evoluzione dei televisori negli ultimi anni sta correndo, cosa che per molte persone è stupefacente.
    Del resto per svariati decenni abbiamo vissuto con televisori che si basavano sul medesimo standard, senza pensare che le cose potessero cambiare.
    Oggi invece ogni pochi anni si assiste alla nascita di un un nuovo codec, sempre migliore, meglio definito e più ricco di opportunità rispetto al precedente.

    Con il decreto Mille Proroghe lo Stato Italiano ha recepito in toto il desiderio di evoluzione insito nel mondo dell’Unione Internazionale per le telecomunicazioni.
    Ciò significa che, se in futuro tale istituto deciderà di prediligere un codec o un sistema televisivo, piuttosto che un altro, non sarà necessario attendere una nuova legge per vedere l’adeguamento del sistema televisivo italiano.

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    I canali televisivi

    Se per migrare al nuovo standard un telespettatore dovrà semplicemente acquistare un nuovo decoder, con una piccola spesa, e collegarlo al suo apparecchio televisivo, per i broadcast si tratta invece di ampi investimenti e spese enormi per adeguare tutte le attrezzature e la qualità dei prodotti da liberare nell’etere.
    Chiaramente la migrazione per i canali televisivi non è così indolore e non basta una legge per effettuarla nel breve periodo.

    Sembra plausibile che il cambiamento per i broadcast avverrà con grande calma, impiegando anni. Per quanto riguarda il vecchio standard, è pensabile che saranno disponibili programmi televisivi compatibili con il sistema DVB-T per almeno altri 10 anni, o forse anche di più.

    Come cambia la televisione

    Negli ultimi anni la televisione sta cambiando molto anche in Italia.
    Alcuni servizi televisivi on demand stanno vivacizzando il mercato, e sicuramente nei prossimi anni tenderanno a modificare totalmente il mondo televisivo.
    Forse alcune persone ancora non hanno potuto sentire il cambiamento, ma è vivo e reale, e si sta muovendo verso le case della maggior parte degli italiani.

    Servizi come Chilli, Infinity, Mediaset Premium, Sky online, Netflix stanno portando una vera e propria rivoluzione, che sicuramente porterà a delle modifiche pesanti anche per quanto riguarda il digitale terrestre.
    La diffusione di tantissimi televisori Smart, che si connettono a internet per ricevere il segnale televisivo, sta rendendo i decoder e il digitale terrestre un prodotto obsoleto.

    Certo l’Italia è un mercato molto lento a recepire le novità, soprattutto per il fatto che il nostro paese è abitato da un’alta percentuale di anziani.
    Nonostante questo i nuovi prodotti si diffondono e sicuramente nei prossimi anni faranno sentire il loro peso in modo sempre più evidente.

    Come cambia la TV?
    Grazie ai servizi televisivi di nuova generazione non è più il broadcast che decide a che ora viene trasmesso un film, o quando una persona si deve sedere davanti alla TV.
    I nuovi servizi televisivi sono totalmente on demand, ed è il canale Tv che si adegua totalmente e passivamente alle esigenze del telespettatore.

    Sempre più persone guardano il TG o il giornale online, quando hanno tempo e non durante i pasti (giusto per fare un esempio).
    Grazie a prodotti come Netflix o Sky Online è possibile occupare il tempo libero per guardare un’intera serie TV o un film con tutti i suoi sequel, prequel e spin off come ad esempio la saga di Guerre Stellari.

    Come?
    Beh, i nuovi servizi mettono a disposizione un’ampia videoteca, dove l’utente può scegliere ciò che vuole vedere, quando lo desidera e nei tempi che preferisce.
    Non esiste più il concetto del “film del sabato sera” o della serie TV che va in onda una puntata alla volta: oggi è possibile stravolgere le regole del broadcasting, decidendo in autonomia quando e cosa guardare.
    Sicuramente questi nuovi prodotti, sempre più diffusi, renderanno lo switch off verso il nuovo standard del digitale terrestre molto meno pesante rispetto a quello avvenuto qualche anno fa.

  • Enel Open Fiber – Parte il Piano!

    Enel Open Fiber – Parte il Piano!

    enel-open-fiber-2Enel ha presentato il piano per la posa della fibra ottica attraverso la rete elettrica in circa 220 città italiane.
    Per effettuare questa operazione è stata fondata una nuova società Enel Open Fiber, che nei prossimi anni si occuperà solo delle operazioni di posa della rete in fibra ottica.
    Grazie alla rete elettrica già disponibile Enel può permettersi un forte risparmio nella posa della fibra ottica su tutto il territorio nazionale, fino ad arrivare direttamente nelle case degli italiani.

    Enel Open Fiber si prospetta però solo come gestore della rete: sembra che l’azienda sia interessata esclusivamente a preparare il cablaggio in fibra ottica, per poi vendere i servizi dell’infrastruttura a terze parti.
    In sostanza, il servizio di Enel funzionerà all’ingrosso, proponendo la struttura che si verrà a creare ad altri gestori di servizi di vario tipo.

    Enel Open Fiber realizzerà il totale cablaggio FTTH (Fiber To the Home) solo nelle città che rientrano nelle aree di mercato denominate A e B, mentre per le aree C e D sembra che l’interesse sia decisamente minore.
    Con le lettere A e B sono indicate quelle aree in cui il mercato manifesta maggiori probabilità di successo delle nuove operazioni; con le lettere C e D sono invece indicate le cosiddette aree a fallimento di mercato, dove le nuove operazioni commerciali partono già svantaggiate.

    Il piano è di portata comunque molto ampia, perché riguarderà un’elevata percentuale di cittadini italiani; Enel Open Fiber si prefigge un’operazione che durerà alcuni anni, con una previsione di spesa di circa 2,5 miliardi di euro.

    Enel Open Fiber e l’Europa

    Il piano di Enel Open Fiber si prefigge di lavorare per gradi, cominciando a connettere buona parte delle case italiane alla rete a banda ultra larga.
    Questo tipo di intervento rientra in un piano ben più ampio della Comunità Europa, che tende a rendere connesso con la banda larga tutti i paesi dell’unione.
    Enel Open Fiber permetterà quindi all’Italia di fare degli ampi passi avanti per quanto riguarda l’Agenda Digitale Europea, dove per ora il nostro paese è in netto ritardo.

    Rientrano in questo ambito anche tutte le problematiche che riguardano il Digital Divide: il fenomeno per cui alcune persone sono perfettamente in grado di accedere a tutte le possibilità oggi date da internet e dai nuovi metodi di comunicazione, mentre altre persone sono del tutto escluse da tali offerte tecnologiche.
    La forza di Enel sta nel fatto che già possiede sul territorio nazionale un’ampia rete, quella elettrica, che giunge fino nelle abitazioni, dove, in gran parte dei casi, sono già disponibili dei nuovissimi e moderni contatori digitali.

    Enel infatti può contare su circa due mila cabine primarie (dove la corrente in alta tensione viene trasformata in media tensione), 450 mila cabine secondarie (per trasformare la corrente in bassa tensione), più di un milione di cassette stradali intermedie.
    Da questi punti la rete in fibra ottica può giungere fino all’interno delle case degli italiani, dove potrà essere inserito un apposito contatore.
    Secondo gli esperti, sfruttando questa infrastruttura già esistente è possibile un ampio risparmio, impossibile per chi volesse installare una rete in fibra ottica partendo da zero.

    Il progetto

    Enel Open Fiber conta di raggiungere in questo modo, quindi direttamente con la fibra, circa 7,5 milioni di abitazioni in Italia.
    Chiaramente il progetto è solo all’inizio e Enel si dice aperta a possibili partecipazioni private nel corso dei lavori, in modo da sviluppare delle jointventure con aziende che già si occupano di internet.

    In particolare Enel da sempre mantiene importanti contatti con Vodafone e Wind, mentre Telecom negli ultimi anni si è allontanata dal progetto, dichiarando di voler posare una rete a sè stante.
    La nuova rete in fibra ottica di Enel potrebbe quindi incrociarsi con quella che Telecom sta preparando, anche se ad oggi non c’è ancora un piano ben definito da parte di questa azienda, per una rete globale in fibra ottica.

    Enel Open Fiber dichiara che invece la nuova rete non si incrocerà con quella già posata da Metroweb, l’azienda che da alcuni anni sta connettendo con la fibra ottica le case degli italiani, partendo dalle più grandi città, come Milano e Torino.

    Il territorio italiano è molto ampio e fittamente abitato, quindi il progetto di Enel Open Fiber è sicuramente molto ambizioso.
    Anche escludendo i piccoli paesi e le zone disagiate, dove la proposta di una rete in fibra ottica potrebbe non sortire un elevato interesse da parte del pubblico, si tratta comunque di posare una quantità di cavi in fibra ottica impressionante, soprattutto se si valuta che ogni singolo utente avrà la linea che giunge direttamente dentro casa.

    I prossimi passi

    Nonostante Enel Open Fiber abbia già chiarito quali siano le sue proposte, ad oggi l’azienda si dichiara aperta a qualsiasi tipo di collaborazione futura.
    In effetti la cifra da spendere per dare vita ad una rete in fibra ottica che raggiungerà le case di circa 32 milioni di italiani sarà enorme, ed è del tutto improbabile che Enel intenda sborsare tale cifra tutta da sola.

    Chiaramente gli intenti di Enel sono chiari: dopo aver posato una così fitta rete di fibra ottica, sarà in grado di offrirne l’utilizzo a qualsiasi gestore internet lo desideri, ricavando da questa operazione ottimi guadagni.
    Saranno però negli anni sicuramente necessari fondi provenienti da investitori esterni e anche da parte del governo.

    Del resto lo stato delle connessioni in Italia è pessimo, ben al di sotto della media degli altri paesi europei, soprattutto quando si tratta di alcune zone particolarmente disagiate.
    Purtroppo Enel Open Fiber ha predisposto un piano che non è rivolto a migliorare il digital Divide. Infatti la nuova rete verrà posata solo nelle zone ad alto interesse di mercato, dove esiste già una forte richiesta di mercato: altrimenti non sarebbe possibile motivare le spese necessarie per l’allestimento della rete FTTH.

    Cosa cambia per l’utente finale

    Ad oggi sono veramente poche le realtà che possono sfruttare la fibra appieno.
    Moltissime delle connessioni in fibra ottica infatti non usufruiscono della FTTH.
    In sostanza, anche dove la fibra ottica è già presente, giunge esclusivamente sulle strade, non fino all’interno delle abitazioni.
    Le reti in fibra ottica di Telecom, Vodafone, Wind e Fastweb portano la connessione ultra veloce solo fino alle cassette presenti in strada, da dove si diramano le connessioni classiche, con i vecchi doppini telefonici.

    La nuova rete prevista da Enel Open Fiber invece giungerà fino all’interno delle case di 32 milioni di italiani, rendendo la loro esperienza in internet decisamente molto più performante.
    Le reti in fibra ottica più diffuse oggi hanno delle limitazioni tecniche non aggirabili, mentre la futura rete permetterà di diffondere una reale banda ultra larga, con possibilità inimmaginabili fino ad oggi.

    enel-open-fiber

    Per molte persone le esigenze di avere internet super veloce sono innegabili.
    L’utilizzo di internet per streaming televisivo è sempre più massiccio, così’ come l’utilizzo per telefonare (tramite prodotti come skype), per ascoltare la musica, per comunicare con le persone lontane, è sempre più massiccio e subirà una sorta di rivoluzione grazie alla fibra ottica.

    Chi oggi già gode di questo servizio sa quanto sia comodo e come sia impossibile tornare indietro. Fino a qualche anno fa in molte case in Italia giungeva una rete internet che a mala pena raggiungeva i 7 Mb di traffico in download.
    Con la banda ultra larga si raggiungono senza problemi i 100 Mb in download e i 7-10 in upload, rendendo tantissime operazioni molto più semplici.
    Con la banda ultra larga lo streaming è solo una delle funzioni che diventeranno più performanti. Si pensi ad esempio alle possibilità per chi lavora da casa, che potrà tranquillamente operare nel cloud aziendale in tempo reale, senza rallentamenti o attese inutili.

    Affrontare il digital divide

    In Italia la proposta di Enel Open Fiber permetterà anche di affrontare il problema del digital divide: il divario tecnologico presente tra gli italiani e il resto d’Europa, o anche tra i singoli italiani.
    Se buona parte della rete italiana sarà raggiunto dalla fibra ottica FTTH, il governo potrà cominciare ad impegnarsi seriamente nell’affrontare la problematica che affligge alcuni piccoli centri, che si trovano del tutto esclusi dalle possibilità date da internet.

    Non serve andare in alta montagna o in zone depresse: basta scegliere un piccolo casolare di campagna, magari a pochi chilometri di distanza da grandi città come Verona o Bologna.
    In una situazione di questo tipo è già un miracolo se internet è disponibile tramite la rete telefonica, che comunque spesso ha portata inferiore ai 2 Mb in download.

    Sono moltissimi gli italiani che si trovano totalmente esclusi dalle possibilità date dalla rete, non per loro volere, ma per le caratteristiche intrinseche al luogo in cui vivono.
    Per poter aggirare queste problematiche oggi il singolo cittadino è costretto a rivolgersi ad aziende che propongono la connessione a internet satellitare o tramite onde radio, che comunque è molto costosa e non sempre permette di connettersi in modo stabile e veloce.

    Le proposte di Enel

    Il CDA di Enel si è detto totalmente aperto alle future collaborazioni con qualsiasi attore sia interessato alla rete in fibra ottica, a partire dal governo.
    Chiaramente gli intenti di Enel sono quelli di recuperare parte del denaro investito nel corso degli anni, vendendo l’utilizzo della rete agli operatori del settore.
    Per questi attori è quindi importante accaparrarsi già oggi la possibilità di collaborare con Enel, in modo da ottenere nel prossimo futuro dei prezzi più interessanti da proporre ai propri clienti.

    Chiamante sarà difficile che Telecom si avvicini ai piani di Enel Open Fiber, che quindi si rivolge direttamente agli altri gestori telefonici operanti in Italia, in particolare a Vodafone e Wind, che per ora si sono detti interessati al progetto, senza però proporre alcun tipo di proposta diretta, almeno non pubblicamente.

    L’Agenda Digitale Europea propone il 2020 come anno entro cui gli stati dell’unione dovranno occuparsi seriamente del problema legato alla connessione in rete di tutti i cittadini.
    Sembra che Enel Open Fiber dovrà mettersi d’impegno per rispettare questo termine, perché il lavoro da fare è sicuramente molto e per ora si sta esclusivamente parlando di piani e non di inizio delle attività di posa dei cavi.

  • TV Box Android – Cosa Sono e Quali Sono I Migliori Modelli

    TV Box Android – Cosa Sono e Quali Sono I Migliori Modelli

    tv-box-android-migliori-modelli-2Le Smart Tv sono una delle novità più interessanti degli ultimi anni: il televisore del soggiorno diventa un vero e proprio Media Center e si connette a internet, rendendo possibile guardare programmi in streaming, visualizzare le foto delle vacanze, collegare la casa a un server unico che contenga tutti i dati multimediali posseduti, dalla musica fino ai video.

    Non tutti però possiedono già una Smart Tv e se la TV di casa è un prodotto a LED Full HD, acquistata da poco tempo, non sempre si è disposti a spendere ancora per sostituirla, soprattutto se è un prodotto di fascia alta acquistato a caro prezzo.
    Per venirci incontro in una situazione di questo tipo sono oggi disponibili dei prodotti chiamati Android Box.

    Si tratta di dispositivi di piccole dimensioni che ci permettono di collegare la TV a internet o a qualsiasi dispositivo multimediale, come un HD esterno o un router Wi-fi, in modo da renderla una vera e propria Smart TV.

    Cosa sono i TV Box Android

    Tipicamente questi dispositivi hanno sistema operativo Android, cosa che rende possibile accedere ad un negozio di App per installarvi qualsiasi applicazione ci serva, in modo da poter vedere contenuti in streaming o da navigare in internet.
    Tipicamente i TV Box Android sono dei veri e proprio piccoli computer, con prestazioni minime, ma sufficienti per gestire biblioteche multimediali e per visionare qualsiasi cosa si desideri in internet.

    Molte persone che possiedono una Tv obsoleta, non Smart, oggi utilizzano un computer portatile connesso alla Tv per svolgere tutte queste funzioni.
    Con un TV Box si può lasciare il computer in ufficio e collegare il piccolo box sulla TV, per lasciarlo sempre pronto per l’utilizzo successivo. tipicamente le dimensioni sono ridotte, in modo da renderne più pratico l’utilizzo.

    Ne esistono anche delle versioni con sistema operativo Windows 10, anche se il sistema operativo Android è tipicamente quello che si è mostrato più comodo e versatile, molto apprezzato dalla clientela.

    Come funzionano

    I TV Box Android quindi vanno posizionati a fianco della TV e collegati ad essa, tipicamente con un cavo HDMI; se la vostra TV non possiede questo tipo di connessione è probabilmente venuto il momento di sostituirla, magari con un modello Smart, che vi permetterà di fare tutto quello che fate con un TV Box Android.

    Il dispositivo si connette a internet tramite la rete wi-fi di casa, quindi per farlo funzionare dovrete essere dotati anche di una connessione ADSL o in fibra, che rende possibile uno streaming veloce e sempre affidabile.
    La gran parte dei TV Box Android hanno già presente al loro interno un Media Center: un pannello di controllo che permette di scegliere tra una lunga serie di azioni.

    Con il telecomando del dispositivo potrete quindi navigare in internet, cercare un dispositivo multimediale già presente in rete (ad esempio un HD esterno collegato al router di casa), ascoltare la musica che avete su chiavetta USB o su altro dispositivo, giocare ad alcuni interessanti titoli disponibili sullo store Google, visitare i social network, rispondere alle mail, e così via.

    Generalmente sono già preinstallate sul TV Box numerose applicazioni che vi permettono di svolgere le operazioni più comuni, ma volendo è possibile scaricarne moltissime dallo store di Google, spesso gratuitamente.
    Solo la vostra fantasia è ora il freno alle mille possibilità che la vostra Tv ha acquisito insieme con la possibilità di accedere alla rete internet.

    I migliori prodotti disponibili

    Nonostante le Smart Tv siano sempre più diffuse, il mercato dei TV Box Android è ancora molto prolifico; del resto tante persone hanno televisori obsoleti e comunque speso capita di avere una singola Smart Tv in casa, ad esempio quella in soggiorno, mentre gli altri dispositivi della casa possono essere ancora obsoleti: difficilmente si sostituiscono tutti i televisori nella stessa giornata.

    Negli ultimi anni si sta assistendo anche ad un rapido deprezzamento di questi piccoli dispositivi, che tendono ad essere quindi sempre meno costosi, fino a rendere comodo acquistarne uno per ogni televisore che si possiede.
    La maggior parte dei TV Box Android disponibile sul mercato italiano, anche online, sono equipaggiati con il medesimo Media Center, chiamato Kodi; dispongono di un comodo telecomando, ma alcuni modelli possono essere comandati anche tramite smartphone o tramite tablet, per una praticità di utilizzo ancora maggiore.

    VicTsing TV Box

    VicTsing è una delle marche più diffuse di TV Box Android; questo modello ha Android 5.1 preinstallato; ha un processore Amlogic S905 Quad-core 64bits ARM e 1 GB di Ram interna; la memoria è di 8 GB.
    Supporta UHD 2K x 4K, Bluetooth 4.0, H.265, HDMI 2.0, supporta WiFi &Miracast/DLNA & Gigabit Network & OTA.

    Al suo interno ha già installato il Media Center Kodi e può essere utilizzato per visualizzare i programmi di Netflix e YouTube.
    Si può utilizzare comodamente per utilizzare il televisore durante le video chiamate in Skype.

    La stessa marca propone anche il modello con processore Rockchip 3368 Octa Core Cortex-A53 e 64 bit, 8 Gb di memoria interna e ben 2 Gb di RAM.
    Anche questo modello supporta i principali formati: H.265, UHD 4Kx2K @ 60 fps, Bluetooth 4.0, WiFi Doppia Banda (2,4 GHz / 5GHz) con WiFi Miracast / Airplay / DLNA, 1000M LAN.
    Anche in questo caso Kodi è già presente sul dispositivo, che si può connettere a Netflix e Youtube. L’utilizzo con Skype è consentito e risulta molto semplice e comodo.

    Entrambi i dispositivi sono forniti con un comodo telecomando, munito di un numero esiguo di comandi, del resto serve solo per navigare all’interno dei menu raggiungibili a video.
    L’utilizzo è molto semplice e bastano poche mosse per cominciare subito a vedere ciò che si desidera in streaming.
    L’unico gesto da fare consiste nella connessione del TV Box a internet, che avviene comunque in modo automatico e abbastanza rapido.

    NVIDIA Shield Android TV

    Un prodotto di una marca nota, che da sempre si occupa di interfacce specifiche per il gaming, soprattutto di schede grafiche per computer di tutte le tipologie.
    Il nome Nvidia è una sicurezza per chi smanetta tra giochi e computer, che fa subito ben sperare sull’alta qualità del prodotto. Oltre ad essere un classico TV Box Android, questo Shield Android TV prodotto è dotato anche di un controller simile a quello delle console più rinomate del mercato, che permette di rendere la vostra TV un centro multimediale per il gaming più spinto, tramite l’installazione di particolari applicazioni.

    Moltissime persone ad esempio sfruttano le funzionalità di questo dispositivo per utilizzare degli emulatori che consentono di giocare anche a vecchi giochi da consolle, molto apprezzati dagli appassionati del settore.
    Questo prodotto ha una doppia CPU: ARMv8 ARM Cortex-A57 quad-core + ARM Cortex-A53 quad-core 64-bit; ha ben 3 GB di Ram e 16 GB di memoria interna, espandibile grazie alla possibilità di inserire delle schedine Micro SD.

    Questo prodotto non è disponibile nei negozi fisici in Italia, ma è presente in tantissimi negozi online, soprattutto del Regno Unito.
    Trattandosi di uno dei migliori TV Box Android è disponibile ad un prezzo ancora abbastanza elevato.
    Online si trovano anche il controller di gioco e diversi accessori da collegare per rendere ancora più entusiasmante l’esperienza di gioco e di navigazione online.

    Sunvell T95 TV Box Amlogic S905

    Ottimo prodotto il Sunvell T95 TV Box Amlogic S905, adatto anche ad un utilizzo occasionale, visto il prezzo di vendita: questo TV Box si può trovare con facilità a prezzi inferiori ai 50 euro, ideale per chi magari vuole trasformare in Smart Tv un certo numero di televisori presenti in casa.

    Il processore è un Amlogic S905 Quad Core 2GHz; il processore grafico è di ottima qualità: Penta Core Mali-450 GPU. Il dispositivo monta 1 Gb di Ram e 8 GB di spazio interno.
    La connettività wi-fi è 802.11ac Dual-Band Wi-Fi (2.4GHz / 5.0GHz), Bluetooth 4.0.
    Ha il sistema Android Lollipop 5.1 e Kodi nella versione 1.6. supporta hotspot sharing via WiFi, Lettore MicroSD, 3 porte USB 2.0, porta OTG, jack microfono, jack cuffie, ricevitore infrarossi. Viene venduto con un comodo telecomando di facilissimo utilizzo, molto pratico.

    MINIX NEO U1 TV Box Android 5.1.1

    Il Minix Neo U1 è un prodotto che si inserisce tra i due precedenti dispositivi, con un prezzo di vendita in genere inferiore ai 150 euro.
    Ha un processore a 64 bit Quad-Core Cortex A53; la GPU è una Penta Core Mali-450 GPU.
    Presenta 2 Gb di RAM e uno spazio interno di ben 16 GB, per lasciarvi spazio a qualsiasi applicazione intendiate installarvi.
    Supporta hotspot sharing via WiFim ha un lettore MicroSD, 3 porte USB 2.0, porta OTG, jack per microfono e cuffie e ricevitore infrarossi per il telecomando, presente nella confezione.
    Come per tutti gli altri dispositivi, anche questo modello ha installato il sistema operativo Android Lollipop 5.1.

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    Zidoo X6 Pro

    Prodotto di ottima qualità il Zidoo X6 Pro, venduto ad un prezzo concorrenziale, generalmente inferiore ai 100 euro.
    Tra i tanti TV Box disponibili questo è quello che presenta un migliore rapporto tra prezzo e qualità.

    Ha un processore Rockchip RK3368 Octa Core 1.5 GHz, la GPU è una PowerVR SGX6110; offre 2 BG di RAM, superiore in questo a tutti i prodotti nella medesima fascia di prezzo.
    Anche la memoria interna è interessante, ben 16 GB, per un prodotto di fascia medio bassa. Sulla parte posteriore sono disponibili un buon numero di prese varie: HDMI 2.0 4K@60fps, 2x USB 2.0 (OTG), microSD (max. 32 GB), SPDIF, CBVS (composito e stereo), in modo da poter connettere il Box a tantissimi diversi dispositivi.

    Viene venduto con un piccolo telecomando, molto comodo e funzionale.
    Questo prodotto si differenzia leggermente da quelli di fascia bassa per i componenti interni di alta qualità, si trova su molti il marchio Samsung, garanzia di lunga durata.
    Inoltre questo dispositivo ha un ottimo software e la casa produttrice mantiene viva la discussione sul forum in rete, in modo da migliorarne regolarmente le prestazioni e da aggiornare le diverse problematiche non appena la clientela le nota.

    MINIX NEO X8-H Android 4.4

    Anche tra i prodotti leggermente più obsoleti si possono trovare dispositivi TV Box Android di tutto rispetto, venduti a prezzi competitivi. Questo Minix Neo X8-H ha un processore ARM Cortex-A9r4.
    Offre ben 2 GB di Ram e 16 GB di memoria interna, ha piena connettività con qualsiasi dispositivo esterno e si connette rapidamente tramite la rete Wi-fi di casa.

    Viene venduto con un telecomando di facile utilizzo ed è dotato di una antenna laterale, che garantisce uno streaming rapido e veloce, senza interruzioni o perdita di segnale.
    Un buon prodotto che purtroppo ha installato Android in versione 4.4, per questo motivo può non essere interessante per chi desidera installare tutte le applicazioni più nuove disponibili, ma questo neo lo rende decisamente molto economico, essendo riscontrabile in molti negozi online a prezzo in offerta.

  • Le tastiere wireless da usare con la Smart Tv

    Le tastiere wireless da usare con la Smart Tv

    tastiera-smart-tv-samsung

    Vi abbiamo parlato parecchie volte di smart tv, di quante caratteristiche utili hanno, e anche ce ce ne sono tante anche a prezzi più che accessibili.
    Per utilizzare al meglio tutte le caratteristiche di questi televisori uno degli accessori fondamentali è una tastiera.
    Di tastiere compatibili con le smart-tv ce ne sono tante e di tutti i prezzi.
    Trasformano veramente il modo di utilizzare la televisione, dando una comodità che non si immagina nell’uso quotidiano.
    Dai video su YouTube alle ricerche su Google, sia da soli che in compagnia.
    Faccio un esempio, state parlando con gli amici per le prossime vacanze e state cercando le destinazioni sul cellulare, passandovelo di mano in mano con i vari problemi (non si vede più, s’è chiusa l’app etc etc) con la tastiera potete farlo comodamente sulla Smart-TV, immagini più grandi, video più grandi e audio migliore del telefonino.
    Per non parlare dei servizi di streaming via web, senza tastiera diventano un incubo da utilizzare.

    A cosa serve una tastiera per la Smart TV

    Una Smart TV è praticamente un computer con collegamento ad internet, e può essere usata al posto del computer per navigare, per cercare i video su youtube, per chattare con skype e per usare le varie App sempre più numerose, come ad esempio App per lo vedere i film e le serie tv come Netflix o Infinity.

    Le smart tv escono dalla fabbrica già con app che fa da tastiera virtuale, e si usa con i tasti freccia del telecomando, ma per digitare una parola sola a volte serve quasi un minuto, per questo l’investimento di poche decine di euro per una tastiera wireless è una cosa sempre più frequente.

    La tastiera trasforma l’uso del televisore da elettrodomestico passivo ad un computer con un monitor eccezionale, dove poter trascorrere meglio il tempo non solo da soli ma con tutta la famiglia.

    Come funziona una Tastiera Wireless per Smart TV

    Ce ne sono di 2 tipi, con il dongle usb e quelle con bluetooth integrato.
    Le prime hanno un piccolo dispositivo USB da mettere sul televisore (chiamato dongle), che riceve i segnali sia della tastiera che dell’eventuale mouse.
    Le seconde invece hanno il Bluetooth interno e non hanno bisogno del dongle attaccato alla presa usb. L’unica cosa da controllare è che la televisione abbia il Bluetooth.

    Una volta collegata al televisore bisogna abilitarla, quelle di ultimo tipo riconoscono la tastiera in manera automatica, quelle un po’ più vecchie vanno configurate.
    Niente di complicato, di solito va impostata la lingua della tastiera e basta, in alcuni casi bisogna impostare il mouse o il touchpad per i mancini.

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    Quanto costa una tastiera per Smart TV

    Poco o tanto, dipende dal modello che si vuole acquistare.
    Si parte da circa 12€ per le mini tastiere grandi come un telecomando o poco più, come questa in foto che è una Rii I8 wireless con touchpad integrato e seguendo il link vedrete che costa meno di 25€, fino a più di 90€ per le tastiere polifunzionali dedicate, come le tastiere per Smart TV Samsung.

    Per chi ha qualche dubbio sconsiglio le minitastiere, se non si ha l’abitudine di tasti molto piccoli e ravvicinati può essere una difficoltà che farebbe finire la tastierina dentro un cassetto invece che accanto alla televisione.

    Come non fare un incauto acquisto

    Una cosa da fare prima di acquistare una tastiera è andare sui forum ufficiali delle marche delle TV, perché alcune marche non prevedono l’uso con le tastiere, come i Sony Bravia X9 e W9, ma con app per android e iphone.
    Per il forum ufficiale della community Samsung segui questo link
    Per il forum ufficiale della community Sony segui questo link

    Concludendo

    Avete fatto già un acquisto importante per la Smart TV, che senza la tastiera non si riesce a sfruttare al massimo, in pratica è come aver buttato via quelle caratteristiche che rendono la televisione normale in un apparecchio evoluto.
    Rinunciare ad usare tutta la tecnologia che avete acquistato è sciocco, soprattutto perché parliamo di cifre che raramente superano i 50 euro, come potete vedere sulla nostra pagina di offerte dedicata alle tastiere per smart tv.

  • Connessione Internet Satellitare – Cosa è e Quali Sono gli Operatori

    Connessione Internet Satellitare – Cosa è e Quali Sono gli Operatori

    internet-satellitareInternet è diventato un elemento indispensabile nella vita di ognuno di noi.
    Grazie alla rete si possono svolgere la maggior parte delle operazioni quotidiane, dal pagamento di una bolletta alla spesa alimentare, e in alcuni casi è addirittura indispensabile per portare a termine delle incombenze burocratiche.
    In Italia però esiste ancora quello che viene definito digital divide, vale a dire una differenza tra chi ha libero accesso alle attrezzature informatiche, e può navigare in rete quando vuole, e chi invece ha difficoltà a poter fruire di una connessione casalinga.

    Infatti ancora non tutti i territori della penisola sono stati raggiunti dell’ADSL, e anche il progetto della banda larga è ancora ben lungi dall’essere stato portato a termine.
    Un’alternativa possibile per portare internet nei luoghi dove la connessione telefonica non arriva o non è ottimale è la connessione satellitare.

    Anche se suona come una novità, la connessione satellitare è conosciuta ed utilizzata fin dai primi anni Novanta, solo che non ha mai goduto di grande fortuna.
    Adesso però i tempi sembrano maturi perché questa tecnologia venga implementata, ed esistono diversi gestori che permettono già oggi di poterne fruire.

    Di cosa si tratta nello specifico, e perché un utente potrebbe decidere di volersene avvalere?
    Come fa intuire il suo stesso nome, la connessione ad internet satellitare sfrutta i satelliti che si trovano in orbita intorno al globo terrestre per far viaggiare il segnale del world wide web.
    La struttura su cui si basa il suo funzionamento ha quindi come elemento portante un’infrastruttura di satelliti orbitanti attorno alla Terra e che di solito si trovano ad una distanza di circa 36 mila chilometri.

    Questi satelliti offrono una copertura internet sull’intera superficie terrestre attraverso la cosiddetta banda KA.
    L’acronimo KA sta per K above band, banda internet superiore, che permette in teoria di raggiungere una velocità di 50 Megabit al secondo (mentre l’ADSL ne può raggiungere al massimo 20).
    Oltre ai satelliti, per poter creare una connessione satellitare sono poi necessarie le NOC (Network Operations Center), vale a dire le stazioni terrestri che ricevono il segnale dal satellite, per poi trasmetterlo alle varie parabole installate nelle case degli utenti.
    Il segnale viene infine elaborato attraverso un modem wireless.

    Il funzionamento della rete si può facilmente intuire: proprio come avviene in qualunque altro tipo di trasmissione di segnale satellitare, le onde internet vengono trasmesse dal satellite fin sulla terra, dove viene recepito dai NOC che sono dotati di grandi antenne paraboliche.
    Queste captano i segnali, ovvero le onde KA, e i NOC le rimandano alla dorsale internet, dirigendo le onde derivanti dal satellite verso i server web e gestendo i flussi in entrata e in uscita.
    Infine le paraboliche dei NOC, usando come sponda di rimbalzo il satellite, comunicano con le antenne domestiche, permettendo al segnale di rete di arrivare fin dentro ogni singola abitazione.

    Quindi, se un segnale internet terrestre invia le richieste di accesso ai contenuti delle pagine web attraverso la linea telefonica, in questo caso invece le richieste passano dal satellite, al NOC, fino alle dorsali web terrestri.
    Il primo evidente vantaggio di usare una connessione internet satellitare sta nel fatto che essa può raggiungere ogni più sperduto angolo del globo, dove non esistono invece reti telefoniche.
    Il segnale internet può essere inviato su una barca sperduta in mezzo all’Oceano, o sulla vetta più alta del mondo.

    Ci sono però dei limiti tecnici, che sono poi il motivo per cui questo tipo di tecnologia non è mai stata sfruttata fino in fondo.
    Il primo è il lag, o, in italiano, latenza.
    Il segnale di rete deve partire dal satellite per arrivare al NOC, e poi essere rimandato indietro per tornare a terra all’utente finale: ciò significa che percorre più di 70 mila chilometri (considerando che un satellite, come si diceva, di solito si trova a circa 36 mila chilometri di distanza).
    Ciò significa che affinché il segnale arrivi a destinazione passano circa 100 millisecondi: un tempo brevissimo per normali operazioni di navigazione, ma che può causare ritardi e problemi a chi ama giocare in internet in modalità multiplayer, essendo cioè connesso con altri giocatori in giro per il mondo.

    C’è poi la possibilità di disturbi derivanti o da oggetti che si interpongono tra la fonte del segnale e la sua destinazione, o alle cattive condizioni atmosferiche, che possono annullare il segnale o indebolirlo.
    Infine, una connessione internet satellitare di solito è più costosa rispetto a quella classica via ADSL o modem telefonico; ciò significa che per ora è conveniente solo per chi davvero non ha alternativa.

    Cosa potrebbe accadere in futuro ancora non è certo, ma si prevedono sicuramente degli sviluppi positivi.
    Infatti tanto Samsung, che Google, che Facebook stanno mettendo a punto dei progetti per mandare in orbita satelliti che si trovino più vicini alla superficie terrestre e che offrano dunque maggiore stabilità alla rete e la rendano anche più conveniente.

    Venendo però alle offerte del momento, quali sono le possibilità a cui potrebbe attingere chi vive in una zona non raggiunta dall’ADSL ma vorrebbe comunque poter fruire della connessione internet a casa sua?
    La prima cosa da tenere presente è che, qualunque operatore si scelga, normalmente le opzioni di abbonamento proposte includono un pacchetto di dati limitato, oltrepassato il quale la velocità di connessione cala in modo drastico.
    Questo accade perché i satelliti hanno un limite di gestione in download e in upload, che deve essere equamente distribuito tra i vari utenti.
    Per quel che concerne i costi, come si diceva, di solito i pacchetti sono un po’ più costosi rispetto a quelli tradizionali, ma è possibile trovare buone offerte.

    Uno dei principali operatori di internet satellitare in Italia è Tooway, che serve anche il resto del continente europeo.
    Tooway è nata nel 2007, con l’immissione in orbita di due satelliti Eutelsat, ma è diventata operativa nel 2010 con il lancio del satellite KA-SAT a banda larga.
    La tecnologia usata dai satelliti Tooway si chiama Surfbeam e permette di raggiungere in download una velocità di 22 Mbps (megabit al secondo), ovvero pari ad una normale ADSL; in upload raggiunge invece i 6 Mbps.

    Tooway mette a disposizione pacchetti completi di parabola e modem satellitare, offrendo anche un servizio di installazione a domicilio.
    A seconda delle proprie esigenze si possono scegliere diverse modalità di abbonamento mensile; ci sono anche opzioni pensate in modo specifico per necessità professionali e non domestiche.
    Il canone mensile può oscillare da un minimo di 30 ad un massimo di 80 euro, a cui si devono sommare i costi iniziali per il posizionamento dell’impianto.

    In Italia esistono poi diversi distributori Tooway, che si appoggiano alla sua tecnologia offrendo offerte differenziate, da poter valutare in base alle proprie esigenze.
    Uno dei gestori più affermati in Italia è Open Sky, partner di Eutelsat, che dal 2001 offre una vasta gamma di servizi personalizzati e collabora con enti pubblici e privati.
    Open Sky permette di scegliere tra diversi tipi di abbonamento: Casa, Daily, Ufficio, Professionali e Open Sky Live, un servizio on demand di streaming.
    I servizi aggiuntivi proposti sono Tooway Voice, che permette di effettuare chiamate telefoniche usando il satellite, e Tooway Easy Cam, servizio innovativo di videosorveglianza.

    SkyDSL è presente sul mercato dal 1999 ed è l’azienda tedesca che collabora con Eutelsat; una delle caratteristiche più interessanti di questo operatore consiste nel fatto che offre un bonus di benvenuto qualora si abbia già una connessione ad internet e si decida di cambiare operatore.
    Anche SkyDSL offre diverse tariffe ed opzioni per poter soddisfare al meglio le proprie necessità. Inoltre usa la tecnologia ACM che permette di ovviare agli inconvenienti di connessione derivanti dall’instabilità atmosferica.
    Anche SkyDSL supporta telefonia e televisione.

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    NoiTEL Italia è partner Eutelsat, TIM e Acotel ed è una società di telecomunicazioni completamente italiana.
    Offre una variegata gamma di soluzioni tradizionali e inoltre è anche distributore Tooway, di cui permette di acquistare i vari pacchetti con kit incluso, oppure no, a seconda delle necessità del cliente.
    NoiTEL offre anche delle soluzioni di rateizzazione per far fronte al costo dell’installazione iniziale dell’impianto satellitare.
    NoiTEL offre anche la possibilità del Pay per use, per chi ha bisogno di internet solo in certi periodi dell’anno o in certe situazioni.

    Sitmar ADSL Satellitare mette a disposizione dei suoi utenti soluzioni home, soluzioni business e soluzioni mobile.
    Il suo acronimo sta per Società Italiana Telecomunicazioni Marittime quindi si rivolge nello specifico a chi ha la necessità di restare connesso via internet o telefonicamente con la terraferma mentre naviga in mare aperto.
    Inoltre la società rende disponibile la banda larga anche per aeromobili e jet, studiando pacchetti completi personalizzati a richiesta.

    Digitaria è una società del gruppo Teleco che permette di stipulare un abbonamento in base a due pacchetti distinti: Digitaria Web Volume, con un traffico limitato incluso, e Digitaria Web No limits, che permette di navigare in assoluta libertà e senza limiti di sorta ma con velocità di download inferiore.
    Digitaria opera utilizzando le infrastrutture tecnologiche dell’operatore ASTRA che eroga servizi tramite la piattaforma ASTRA2connect.

    Fibering S.p.a. è un altro operatore di telecomunicazioni che si occupa di creare connessioni internet satellitari che però non offre soluzioni domestiche ma si rivolge esclusivamente al mondo del business, con diverse soluzioni tra le quali poter scegliere.

    Qualunque operatore si prediliga, c’è sempre la scelta di base da effettuare, che consiste nel decidere se prendere il kit che comprende la parabola e il modem satellitare in comodato d’uso, quindi pagando una cifra mensile aggiuntiva rispetto al canone di abbonamento, oppure se decidere di acquistarli in modo definitivo.
    Quest’ultima opzione significa un investimento economico abbastanza ingente, che può oscillare intorno ai 2500 euro.

    Come si diceva, la tecnologia di internet satellitare, essendo poco diffusa, ancora non ha avuto lo sviluppo che conoscono invece altre forme di connessione ad internet; ma visto il rapido evolversi delle realtà informatiche, e l’interesse crescente dei colossi del settore, si può facilmente ipotizzare che in futuro la concorrenza crescerà esponenzialmente, i prezzi cominceranno ad abbassarsi, e anche il servizio offerto avrà una qualità superiore, al punto che in un futuro non troppo remoto la connessione internet satellitare potrebbe finire per soppiantare completamente la classica linea telefonica.

  • Lista IpTV Aggiornate

    Lista IpTV Aggiornate

    lista-iptv-aggiornate-2In tanti si domandano, dopo averne sentito parlare, cosa sia l’IpTv e a cosa serva.
    Si tratta nella fattispecie di un sistema che consente di ricevere, attraverso connessioni internet a banda larga, segnali televisivi e dunque permette di vedere anche in streaming canali solitamente disponibili su piattaforme a pagamento.

    Sono due le possibilità offerte dalla IpTv: l’accesso a contenuti in presa diretta oppure a contenuti di tipo Video on demand, ovvero pre registrati per poi essere resi disponibili agli utenti che ne fanno richiesta.
    La distribuzione varia a seconda della tipologia di contenuto: nel primo caso si sfruttano protocolli di multicast, mentre nel secondo caso si sfrutta la connessione unicast tra utente e piattaforma. In merito all’IpTv esistono dunque molte liste sempre aggiornate, contenenti i canali più stabili e con la migliore qualità.

    Per fruire dei contenuti a disposizione è necessario accedere a determinati servizi web accedendo ad interi cataloghi di serie tv, film ma anche fiction e documentari; solitamente bisogna sottoscrivere un abbonamento ma online si trovano anche soluzioni a costo zero note come Kodi e Vlc.

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    Nel caso di Vlc ad esempio è sufficiente inserire il link dello specifico canale su ‘Media’ -> ‘Apri Flusso di Rete’ per iniziare a guardarlo subito in streaming.
    Si tratta di URL in continuo aggiornamento, dato che vengono modificate spesso dai canali: l’ideale è cercare le liste e le guide più aggiornate sul web, facilmente rintracciabili.

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    Leggi anche: Kodi Streaming

    Dai canali Rai a quelli Mediaset, da La7 a Cielo, da Sky Tg24 a Tgcom 24, non mancano anche molti canali radio Tv come KissKiss Italia Tv, Virgin Radio Tv, o canali meteo.
    L’alternativa a Vlc, utile in particolare per chi si trova all’estero, è Kodi per lo streaming, che permette di vedere, senza problemi legati all’Ip, tutti i canali delle guide.

    Non resta dunque che cercare su google la lista IpTv aggiornate al mese in cui ci troviamo, con una rapida ricerca… et voilà il gioco è fatto!
    Se non volete perdere tempo con la ricerca su Google o altri motori di ricerca, il suggerimento che vi diamo è di tenere sotto controllo il blog ChimeraRevo accessibili tramite il link.
    Buona visione!

  • Icona Batteria Scomparsa Windows 10

    Icona Batteria Scomparsa Windows 10

     

    Un’icona importante per gestire le proprie attività

    Quando si utilizza un notebook o un tablet fuori casa, diventa fondamentale tenere d’occhio il livello di carica della batteria, per poter gestire consapevolmente il tempo rimanente e salvare, al momento opportuno, tutte le attività in corso.
    Se si sta redigendo un documento o si ha necessità di effettuare una videochiamata con Skype, se più semplicemente si sta guardando un film o giocando una partita a un videogame, è necessario sapere fino a che punto tali attività ci saranno consentite dall’autonomia del nostro portatile.

    icona-batteria-scomparsa-windows-10In momenti del genere ci viene incontro la pratica icona della batteria, tradizionalmente situata sulla barra delle applicazioni di Windows, attraverso la quale è possibile aprire un’intuitiva schermata che informa sullo stato di carica della batteria e fornisce una stima sul tempo residuo a disposizione per utilizzare il portatile.

    Purtroppo, però, nella versione più recente del popolare sistema operativo, Windows 10, è emerso un problema di non poco conto: spesso questa utile icona non risulta visualizzata sul desktop.
    Il problema, apparentemente trascurabile, è in realtà molto sentito dalla comunità di utenti di Windows 10, che infatti non hanno tardato a far sentire la propria voce, sommergendo il web con richieste di soluzione per tale inconveniente.

    La procedura corretta per ripristinare l’icona della batteria su Windows 10

    Vediamo dunque qual è la corretta procedura per ripristinare l’icona della batteria scomparsa su Windows 10.
    Il metodo più rapido richiede l’apertura, in successione, dal pulsante Start, delle seguenti cartelle: “Impostazioni”, “Sistema” e “Notifiche e Azioni“, per poi aprire la pagina “Seleziona le icone da visualizzare sulla barra delle applicazioni“.

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    Purtroppo, però, all’interno di quest’ultima, la casella “Alimentazione”, relativa, appunto, all’icona della batteria, risulta spesso non modificabile (grigia).
    Per questo motivo, è stata la stessa Microsoft, attraverso l’apposito servizio di assistenza agli utenti online, a spiegare la procedura più corretta per ovviare a questo problema: per prima cosa, dalla casella di ricerca posta sulla barra delle applicazioni, trovare e aprire “Gestione Dispositivi“.

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    Nella relativa schermata, espandere la voce “Batterie“, cliccare col tasto destro del mouse sulle voci AC Adapter e ACPI Compliant Control Method e disabilitarle, ribadendo tale scelta (“Sì”) nell’apposita schermata di conferma.
    Successivamente cliccare sull’icona sovrastante “Rileva modifiche hardware” (contraddistinta dal disegno di una lente d’ingrandimento) e cliccare nuovamente col tasto destro del mouse sulle voci AC Adapter e ACPI Compliant Control Method, questa volta scegliendo di abilitarle.

    A questo punto, l’agognata icona dovrebbe fare ritorno sulla barra delle applicazioni e, inoltre, tornerà modificabile anche la casella “Alimentazione” di cui più sopra si è parlato.
    In tal modo il problema dovrebbe essere definitivamente risolto e ognuno potrà tornare a gestire oculatamente il tempo a disposizione prima che il proprio notebook o tablet si scarichi completamente.

    Windows 10 è un sistema operativo ancora giovane e che è in continuo aggiornamento per raggiungere quella che per l’utente possa essere l’esperienza di utilizzo migliore in assoluto.
    Quindi ogni tanto può capitare di imbattersi in problemi come questo, che comunque come avete potuto notare sono facilmente risolvibili.

    Per seguire tutte le ultime news sul mondo della tecnologia e per poter avere informazioni preziose anche sotto forma di guida-tutorial come queste, mette fra i vostri preferiti Gnius Tech.

  • Decoder con Linux – Perché Sceglierli e Quali Sono i Migliori

    Decoder con Linux – Perché Sceglierli e Quali Sono i Migliori

    decoder-con-linux-2Decoder con sistema operativo Linux o un normale decoder satellitare?
    Avere la possibilità di personalizzare il proprio decoder o affidarsi a dispositivi con firmware già ‘impacchettati’ e pronti all’uso?
    Sono queste le domande che molti utenti della rete si pongono, molto probabilmente dopo che hanno effettuato l’acquisto di un nuovo televisore o quando necessitano di un cambio del proprio obsoleto decoder satellitare.

    Ma perché i decoder con Linux suscitano così molta curiosità nel mondo dell’hi-tech?
    La risposta è da rintracciarsi nella loro incredibile versatilità e capacità di essere personalizzabili a livello di interfaccia utente ed effettive funzioni che possono svolgere.
    Basti pensare che molti fra i sistemi operativi più utilizzati ad oggi anche sui vostri dispositivi mobili come smartphone o tablet, ad esempio Android, sono derivazioni di questo software open-source di tipo Unix.

    Alcuni dei decoder che potete vedere fra le offerte degli shop online o del supermercato di elettronica più vicino a voi hanno al loro interno installato un software non modificabile della casa proprietaria.

    Sconti e Consegne Gratuite su eBay.it – Decoder Linux

    Pensate ad esempio ai decoder di famose società di tv via cavo come Sky qui in Italia; nonostante anche i decoder di queste aziende abbiano ad oggi ottime funzionalità, il livello qualitativo e di infinite possibilità di modifica effettuabili con un decoder Linux-based sono pressoché infinite.

    Ma in che cosa può consistere effettivamente tutta questa ‘malleabilità’ di un decoder Linux?
    Con un decoder satellitare con Linux si può: diversificare la propria UI con varie skin, inserire un hard disk interno e riempire con qualunque tipo di file si voglia, si possono guardare dei programmi mentre se ne registrano altri grazie alla presenza di un doppio tuner e si possono installare moltissimi plugin e software che vi permettono di trasformarlo in un vero pc.

    In poche parole un decoder linux based non ha limitazioni.
    L’unico limite è imposto dall’abilità dell’utente che lo ha acquistato (o a cui il prodotto è destinato); chi non ha dimestichezza con la programmazione e l’utilizzo di questo sistema operativo potrebbe riscontrare delle difficoltà.

    Decoder Vu+ – Modelli da Ogni Prezzo!

    È per questo che spesso, nonostante le loro capacità i decoder Linux non vengono scelti dalla maggioranza delle persone, in quanti destinati ad un pubblico molto più ‘smanettone’ e veramente appassionato di tecnologia.

    decoder-con-linux
    Nel caso foste realmente interessati all’acquisto di un decoder con Linux ci sono pochi nomi sul mercato a cui guardare.
    Noi di Gnius vi consigliamo queste tre case produttrici, tutte e tre godono di ottima reputazione fra i veri ‘geek’ e sono la Vu+, Xtrend ed infine Dreambox.

    Amazon.it – Le Offerte sui Decoder Linux-based

    Il costo dei decoder di questi marchi è decisamente superiore a quelli con software proprietari e più destinati alla grande massa.
    Il loro prezzo più però è giustificato dalle componenti hardware interne e dalle loro incredibili potenzialità descritte qui sopra.

    Il tuo prossimo decoder sarà Linux-based?
    Approfitta delle offerte che abbiamo inserito all’interno di questo articolo e potrai avere ottimi decoder satellitari ai migliori prezzi del web!